a
Rovereto
CASTELLO DI
ROVERETO
Imponente, altissimo sulla città, con i torrioni
veneti, le robuste cinte murarie, il fossato, le rupi
aggredite dalla gradazione degli apprestamenti
difensivi di più epoche, il Castello di
Rovereto
occupa l'intero rilievo roccioso in destra del Leno,
là dove il torrente irrompe nella valle dell'Adige,
dando vita, storicamente a una fervida zona
industriale che ne risale il corso fino alla
spettacolare gola di S.Colombano. Il suo aspetto è
inconfondibile. E' un pò l'emblema monumentale della città.
L'irredentismo i cimeli della I Guerra Mondiale, la Campana
dei Caduti, che troneggiò sul torrione Malipiero dal 1925 al
1960, l'hanno reso celebre non solo in Italia, ma in tutta
Europa. Esso è meta d'obbligo, anzi privilegiata, dei
viaggiatori che si soffermano in città per l'interesse che
suscitano l'organizzazione delle fortificazioni, Venete
tardo quattrocentesche e il museo storico italiano della
guerra, che le sue sale ospitano. Se il castello del
Buonconsiglio di Trento, con i suoi due complessi
fortificati, l'uno medioevale, l'altro cinquecentesco, è la
fastosamente sede del signore feudale e del principe
rinascimentale, quindi del suo governo, quello di Rovereto è
la rocca concepita a fini precipuamente militari. E', questo,
dalla sua creazione alla sua trasformazione in caserma.
Fortezza di strada, di parete, di borgo murato, controllo
strategico e fiscale prima, centrale operativa di frontiera
poi, non ha mai perduto il suo piglio guerresco. Rimane una
fra le più complete e significanti fortezze alpine di tipo
Veneto sito al confine della <terra ferma> con lo Stato
Asburgico europeo. Perciò la sua presenza è di sommo
interesse non solo per la storia dell'architettura militare
rivoluzionata dalla diffusione delle armi da fuoco, altresì
per il suo ordine urbanistico sapientemente adeguato a un
ambiente particolare che fu quasi un secolo frontiera veneta,
ma anche vivace centro industriale - mercantile e nodo
dei traffici nord - sud ed est - ovest. I torrioni, gli
speroni, i fossati, i camminamenti, le postazioni di
artiglieria e i loro punti di riferimento, la santabarbara, i
passaggi segreti, gli altri appostamenti difensivi, fanno
del castello di Rovereto un didattico esempio di piccola
fortezza urbana di tipo Veneto di fine Quattrocento inizio
Cinquecento rimasta intatta nelle sue strutture
originali nonostante le pesanti modificazioni a cui, in età
successive, fu soggetta. La parte più espressiva sovrasta
l'incisione terminale del Leno. E' costituita da un'eminente
palazzo teso, a semicerchio, tra il torrione Coltrino a
ovest e il torrione Marino a est. La muraglia poggia sulla
roccia. E' tutta di pietre lavorate fino al cordoncino che
sostituisce il settore adibito a Museo della Guerra. L'enorme
fabbricato di pietra, in cui si aprono poche feritoie e
qualche finestrella spia, è rafforzato da un baluardo
merlato a forma quadrangolare, una volta coperto da un tetto
a uno spiovente, detto Bastioncello Friuli. Nello spesso
muro è scavato il Passaggio di Giuseppe Chini detto anche <
il cunicolo di Tommaso del Muero >. Scendeva al bastione in
riva al Leno <Dogana> e di qui secondo le tradizioni al
Palazzo del Podestà e alla Torre Civica. Una cinta merlata
univa il castello al complesso fortificato della Porta della
Scala, sul ponte del Leno. La cinta esterna merlata
intercalata da una casa di abitazione <casa Ghedina> che vi
si inserisce addossata alla rupe tra il bastioncello Friuli
e il Torrione Coltrino, fiancheggia a monte piazza del
Podestà, gira poi, assorbita nella casa Itea, per continuare
oltre il cavalcavia che unisce il settore nord-ovest del
castello alla ex filanda Schroder, poi conceria Bettini, ora
Scuola Statale d'Arte, con la cinta della forma che disegna
una linea spezzata verso la china del monte, per
congiungersi in fine al Leno. Punto d'incontro delle cortine
esterne e interne sembra sia il fabbricato profondamente
manomesso, all'inizio della salita che porta all'androne.
Taluni elementi fanno pensare alla presenza di un corpo di
fabbrica fortificato < torre quadrangolare, indi bastione
veneziano >. La cortina interna merlata, che accompagna a
monte la salita del castello, va a saldarsi al Torrione
Malipiero le cui cannoniere guardano minacciosamente la
valle e la città
continua>>>
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