a Trento
CASTELLETTO DEI VESCOVI - PALAZZO PRETORIO - TORRE DI PIAZZA
Il vicino
angolo sud - est è rinforzato da un'esile torre quadrata
detta Campanile di San Romedio. Sebbene esso, autonomamente,
compone un complesso monumentale di grande rilevanza storica
e architettonica con il Palazzo Pretorio che gli è addosso a
nord e la Torre di Piazza, che include l'allineamento
fortificato medievale - l disegno strutturale
dell'accostamento geometrico - mentre unitario, tra la
Chiesa Cattedrale e la residenza fortificata vescovile,
riconduce ad una esperienza <nordica> ravvisabile in alcuni
autorevoli esempi dell'Europa continentale. Giulio de Carli,
vi ha ravvisato una movenza architettonica ispirata a
soluzioni del <romanico - imperiale>. Il castelletto propone
una mediazione plastica, ma reale tra la presenza del Duomo,
e il parallelepipedo merlato del Pretorio e la forza di
pietra della Torre di Piazza. Ecco quindi il politico
unitario squisitamente medievale europeo, tra sede
ecclesiastica e sede politica. Entrambe, con maestosa
ELLE, delimitano su due lati, nel nostro caso, il
sud-est, la Piazza della Città. Sugli altri due lati si
affacciano le cortine delle residenze urbane. Lo spazio
dinanzi alla Cattedrale era quello <sacro> riservvato in
parte al cimitero cristiano. Quello verso le cortine urbane
era quello <laico>, entrambi erano comuni. Il castelletto
presenta il coronamento merlato alla Ghibellina,
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7 merli il
lato nord, 6 quello sud, 4 a ovest e 3 a est. Verso Piazza,
incastonato tra 2 merli c'è un aereo guardiola quadrangolare
pensile. Le pareti sono di pietra squadrata a vista.
Originariamente erano prive di aperture, tranne che sotto il
coronamento dove corrono le belle trifore e le bifore
romaniche. Esse
danno luce all'appartamento vescovile al quale
si accedeva, pare dal Palazzo Pretorio, da
quella scala scoperta negli anni '60, che da un
locale presso l'attuale "Sala degli Arazzi" del
Museo Diocesano Tridentino sale, ripida stretta,
ricavata nello spessore del muro di settentrione,
in due rampe di 33 gradini di pietra, quel tanto
da permettere il passaggio di una persona per
volta, all'ultimo piano. Una scala, rampante,
aerea, di 10 gradini di pietra, la pone in
comunicazione, al di sopra del tetto dell'Abside
delle cappelle palatine di San Giovanni Battista
e dei SS. Biagio e Lucia, con la Torre di San
Romedio. L'edificio è dunque un autentico
Castello Urbico e tale era chiamato; inteso
quale residenza fortificata del Signore
territoriale. La difesa era data, oltre che
dalla |
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fortificazione in se stessa, dalla Torre e
dal sistema dei vari accorgimenti di prudenza
reale e dalla sacralità delle
due cappelle palatine sovrapposte e,
sottostanti all'abitazione vescovile. Due
erano le Cappelle: l'una inferiore,
seminterrata, di San Giovanni Battista,
l'altra, Palatina, al piano rialzato, dei
Santi Biagio e Lucia, ambiente questo molto
alto e voltato. Furono consacrate l'uno
novembre del 1701, la prima dal Vescovo di
Feltre, Tiemone, la seconda dal Vescovo di
Trento, Eurico. Si trovano nel Palazzo
Tridentino a lato della Cattedrale di San
Vigilio, da pochi anni riformate dal Vescovo
Udalrico II. Il Vescovo Eurico dotò le due
cappelle Palatine del patrimonio lasciato alla
Chiesa tridentina dal milite Gofulino, morto
senza eredi. L'ordine storico medievale dopo
l'intervento ricostruttore Vanghiano, come
oggi è riconoscibile, era organizzato su tre
prioni. Dal basso in alto: Cappelle di San
Giovanni Battista, Cappelle di San Biagio e
Lucia, residenza vescovile. Nel XVIII secolo
allorché i Sartori, lapicidi di Cestione
eressero (1739) il nuovo Altare Maggiore,
disegnato da Cristoforo Benedetti su incarico
della città, in assolvimento del voto
contratto durante l'assedio dell'esercito del
duca di Vendome (1703) nel quadro della guerra
per la successione al trono in Spagna, il
pavimento del Presbiterio del Duomo fu
abbassato con distruzione della sottostante
Cripta romanica. Di conseguenza si dovette
procedere all'abbassamento dell'impianto della
contigua Cappella Palatina di S. Biagio onde
adeguarla alla nuova sistemazione della parte
centrale della Cattedrale.
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I lavori sovvertirono perciò l'originale
assetto; il soffitto dell'ambiente già da
tempo adibito a sagrestia divise in due la
cappella superiore mentre quella inferiore fu
praticamente ridotta a un basso stanzone
sotterraneo. Ne risultò un nuovo ordine
suddiviso in 4 livelli. Originali sono il
Salone dei Vescovi, le volte e il Catino
Absidale dell'ambiente sottostante (già
cappella Palatina superiore). Il nuovo
ambiente al piano rialzato, ora Segreteria
delle Reliquie, che è in comunicazione con la
segreteria dei canonici, sita nel contiguo
Palazzo Pretorio, conservò il settore absidale.
continua>>>>>
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