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ROVERETO- IL MUSEO STORIA ITALIANO DELLA GUERRA  right

a Rovereto (TN)

 

Fu inaugurato il 21 ottobre del 1921 dai reali d'Italia ed è l'unica istituzione del genere esistente in Italia. Riprendendo un'idea irredentistica proposta già prima del grande conflitto mondiale ( 1906 ), fu fondato da un gruppo di intellettuali roveretani raccolti in apposito comitato nel 1920. Le sue raccolte sono esposte in 22 sale, quattro delle quali sono adibite a mostre temporanee. Subirono gravi danni durane l'occupazione germanica della II Guerra Mondiale, anni durante la quale, il museo dovette essere chiuso, le sue collezioni smontate e le più preziose murate nei vari cunicoli o sotterrate nella

 

Fossa. Nel dopo  guerra si procedette ad una pratica ricostruzione sia nel senso materiale, statutario organizzativo, scientifico che di programma, per una revisione museografica consona ai tempi. In tale senso perdette la sua impronta specificatamente ispirata alla esaltazione delle memorie legate alla I Guerra Mondiale e alla occupazione del Trentino da parte delle truppe italiane, per una considerazione più larga e culturale della storia delle guerre. Dalla  Preistoria ai giorni nostri, dai mezzi impiegati per combatterle alle problematiche conseguenti. In tal senso è 

diventato una cellula di notevole portata, di studio, di ricerca di varie formule di attività culturali. E' dotato di una biblioteca specializzata, di un archivio e cura pubblicazioni di carattere connesso alle tematiche a cui è rivolto. Seppur ispirato alla menzione della I Guerra Mondiale, che nella fascia montana confinaria del Trentino si combattè accanitamente per 3 anni, la sua visita è rilevante per la straordinaria documentazione storica, culturale e anche artistica ( si vedano le sezioni delle armi antiche della Sala Riccardo Caproni, della Sala Castelli, le collezioni di pistole che mostrano il cammino evolutivo di talune armi portatili, compresi esemplari usati nella guerra di Secessione Americana e dai pionieri del West; gli oltre 200 disegni di Pietro Morando di Alessandria, eseguiti tra il 1915 e il 1918, gli oli di Federico di Riegel, dipinti tra il 1910 e il 1947, le opere di artisti quali M. Casadei di Forlì, dei roveretani P. Coelli, G. Balata, G. Wenter - Marini, che vi è stata ordinata sulla base di criteri cronologici, storici e geografici. Di particolare valenza, oltre a quelle rappresentate dai cimeli, divise, iconografie, documenti ecc. ecc., sono le collezioni di armi. Esse appaiono un'efficace quanto meditativa sintesi materiale dell'evoluzione tecnologica di tali strumenti di distruzione, che in ogni epoca gli uomini, dall'Età della Pietra a quella dei missili hanno sciaguratamente inventato con insensata dispersione di risorse e ricchezze. Dalla loggia del piano degli uffici, dove è collocata la biglietteria, si sale al museo. La visita è introdotta dal blocco statuario in arenaria su basamento di granito raffigurante il <Disperso in Russia>, durante la II Guerra Mondiale <ARMIR> e una boccetta di acqua del Don, raccolta Novo Kalitva, donati al museo dallo storico Alim Morozef ( 1990 ). Sui muri attorno sono appese fotografie dei danni subiti da Rovereto durante la I Guerra Mondiale. Da notare i bettenti di acciaio blindato di uno degli ingressi del forte Austriaco, di Pozzacchio ( Valkmorbiavek )in Vallarsa. L'itinerario della   

 

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visita si svolge secondo la seguente successione: primo piano; sale dell'artiglieria A, della Cecoslovacchia, della Germania. secondo piano: sala dei Combattenti, della Cavalleria, generale Tullio Marchetti, sale della Sanità, dei Castelli, dell'Austria A, dell'Austria B, della Serenissima (dedicata al volo di G.D'Annunzio su Vienna). Si ritorna al primo piano: sale dell'Artiglieria B, Riccardo Caproni, Fabio Filzi, Damiano Chiesa, della Romania. La visita poi può proseguire alle sale delle mostre temporanee, nell'ala nord-ovest del castello. Nelle sale dell'Austria sono conservati lacerti di un frisio rinascimentale, attribuito dalla storiografia tradizionale a Giovanni Antonio Falconetto che, stando al Vasari, <dipinse molte cose a Rovereto, castello molto onorato nel Trentino>                

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