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PORTA TORRE

 

TORRE TROMBA

 

TORRE ANONIMA 

 

PERGINE n°1

 

 PERGINE n°2

 

ROVERETO  1

 

ROVERETO 2

 

ROVERETO 3

 

ROVERETO 4

 

ROVERETO 5

 

INDEX RIFERIMENTO

 

 

 

 

 

 

TRENTO - CASTELLO DI ROVERETO right

a Rovereto

VISITA AL CASTELLO DI ROVERETO

Si sale al castello da via CastelBarco, stradicciola ripida e selciata che collega il settore sud della via 

della Terra e via delle Fosse. Il cammino si  svolge, selciato stretto tra le cinta murate a valle prospicienti su piazza del Podestà, a monte sugli apparati difensivi di varie epoche dominati dalla massa ferrigna della rocca, dal torrione Malipiero, dal palazzo con il lungo sporto angolare al coronamento. Il cordoncino inferiore del Torrione Malipiero, non molto lungi dall'emblema lapideo dell'Orientamento di Malta, è scolpita la data MCCCCLXXXVIII e, sotto, campeggia una stemma tra le sigle P.M. corrispondenti rispettivamente alla data di erezione e al committente, il podestà Veneto Paolo Malipiero. Poco prima dell'arco mediano, sul muro a monte, è infissa la lapide che riporta una poesia che è dedicata alla Campana dei Caduti di Antonio Rossano, suo ideatore < don don tutto nel buio tace.....>. Nel breve intermezzo tra l'arco mediano e il secondo torrione a ghiera di cotto, nel giardinetto a nord dello spalto del torrione Coltrino, si trova il cippo dedicato al poeta brasiliano

<1896 - 1927>. Superato il terzo arco e un proietto da 420 posto accanto al museo a valle, si giunge presto al complesso sistema difensivo che blocca l'ingresso, al cuore del castello, i due portali, uno con saracinesca, un androne lungo una cinquantina di metri. Il primo portale è fregiato dallo scudetto triangolare del Podestà Gerolamo Marino che lo fece costruire nel 1943. Segue un androne, sempre in salita lungo 5 metri e largo 3, aggressivamente militaresco. Prima dei lavori di smantellamento dei vecchi sistemi difensivi eseguiti nel 1782. Era preceduto da un ponte levatoio che interrompeva un cavalcavia. I congegni si possono notare all'esterno del portale nella cui insegna campeggia il leone di San Marco. Si tratta di una antica scultura nella pietra proveniente da Venezia. Vi fu posta in occasione

della visita del Re Vittorio Emanuele III di Savoia e della Regina Elena (12 ottobre 1921) in sostituzione del blocco scultoreo di colore bianco raffigurante l'aquila degli Asburgo. Esso fu infranto dai soldati italiani che il 2 novembre 1918 presero possesso del castello. In seguito fu restaurato e posta a lato del portale, che è a pieno resto, verso valle. E' soprastato dalla lapide che ricorda la visita dei reali d'Italia. Sotto il leone lapideo venne incisa nel 1922 l'epigrafe latina che enfaticamente sottolineava la presenza dell'emblema della Repubblica. Superata la porta del ponte levatoio, si notano nella volta dell'androne tra la porticina che sale agli spalti del torrione Coltrino e quella che scende alle cannoniere basse, una fenditura trasversale e due aperture quadrangolari, l'una all'interno e l'altra all'esterno, rispetto alla fentitura medesima, era l'apprestamento della saracinesca. Essa veniva calata dalla soprastante saletta <ex genio, già corpo di guardia e chiudeva, con una solidissima cancellata di ferro, l'ingresso al castello, qualora gli assaltatori fossero riusciti a superare le precedenti difese. Sul muro a valle dell'androne prima della portina, è murata la lapide fatta fare nel 1705 dal conte Antonio Laterano di Lodron a memoria del capitano del castello suo predecessore, Isacco Petit dalla Pamerania, morto a 72 anni e quì trasferito dall'atrio della vecchia Cappella.

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