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PORTA TORRE

 

TORRE TROMBA

 

TORRE ANONIMA 

 

PERGINE n°1

 

 PERGINE n°2

 

ROVERETO  1

 

ROVERETO 2

 

ROVERETO 3

 

ROVERETO 4

 

ROVERETO 5

 

INDEX RIFERIMENTO

 

 

 

 

TRENTO - CASTELLO DI ROVERETO right

a Rovereto

I CAMMINAMENTI VENETI AL CASTELLO DI ROVERETO

La portina è praticata nello spessore ( 2,70 m )del muro interno del torrione. Da accesso , 8 gradini, allo spalto. Le quattro cannoniere, due superiori e due inferiori, sono ricavate in uno strombo profondo 

m. 4,80. Altra portina , immette nel camminamento lungo m.16,80, che scende tra le   cannoniere inferiori. Per l'apertura seguente protetta da inferriata, si entra nelle cosiddette prigioni austriache. Il primo ambiente, a volte a botte era collegato col bastioncello Priuli, verso il Lemo. Lo spesso sistema difensivo murato va dai 7 ai 9 metri. Nei due locali successivi in parte praticati nella rupe si notano taluni elementi medievali. Poco prima del portale che conserva i battenti ferrati, che esce nella corte sempre a

valle, c'è l'ingresso del cunicolo del Chini. E' in parte scavato nella roccia. E' lungo 70 metri. Portava al piano superiore del torrione Marino e alle cannoniere del medesimo. Dal labirinto dei passaggi sotterranei si dipana un corridoio cieco che scendeva dalla rampa del Leno per poi raggiungere, parte in galleria, parte a <voltino> di cui rimangono le autorevoli tracce, la zona della <Dogana> e il Palazzo Pretorio. Si narra che per questo passaggio segreto, Tommaso del Murero, un giovane di Crosano, di Brentonico, arruolatosi con i veneziani, riuscì a rifornire per otto volte di munizioni, viveri, uomini e notizie la guarnigione del castello assediata dal duca Sigismondo d'Austria durante i fatti d'arme del 1487. L'androne è simile a una galleria. Prende luce da alcune feritoie scavate nella grossezza delle muraglie. Alla curva della galleria, a sinistra salendo, dirimpetto ad una larga feritoia, è collocata, nella breccia del muro un pezzo di granata che fu sparata contro il castello dall'artigleria italiana durante la prima guerra mondiale. Finalmente si esce nella Corte. E' di una singolare forma

trapeziodale. E' rusticamente deliziosa nonostante l'affollamento di ricordi guerreschi e le manomissioni successive all'intervento veneziano. Tutto attorno affiora la roccia. Sotto uno dei due archi del portico sostenuto da robusti pilastri di calcare rosso c'è la vena del pozzo veneziano <d'assedio> scavato nella rupe per 57 m. fino a drenare l'acqua del Leno. Durante la seconda guerra mondiale ( 1944 ) fu parzialmente alterato per essere usato quale areatore del rifugio antiaereo, praticato nella base del dosso a livello di piazza del Podestà, vale a dire 26,5 m. sotto il piano del calpestio della corte. La galleria era lunga un centinaio di metri. A lato, e sopra il portale dell'androne è stato posto in luce un tratto del castello CastroBarcense. Presso la vena del pozzo è conservata la tabella del confine di Stato dell'Impero d'Austria Ungheria che si trovava a Borghetto. Fu levata nel maggio 1915 dai soldati italiani della brigata<Montava>. Nelle 4 grandi arcate opposte, sono sistemati alcuni pezzi d'artigleria. Nell'ultima, presso l'amgolo meridionale c'è la carrozza dell'imperatore Francesco Giuseppe. La vicina scaletta sale all'ambiente dove si aprono le 3 celle delle prigioni. La porta sul lato opposto, nell'ultima arcata, dà accesso al locale a volta dove erano ordinate le collezioni dedicate alla <marina>. Vi si trovava

l'antica Cisterna CastroBarcense. L'ambiente è in parte a due <navate> rette da tre pilastri. Il vicino locale accoglieva il congegno per la saracinesca. Un altro locale disposto a <elle> con la volte a botte, rammenta l'organizzazione del castello medievale. L'ala nord-est della corte veneziana tesa tra il torrione Coltrino e il torrione Malipiero, è ora riservata a esposizioni temporanee. Accoglie la struttura del vecchio castello ivi compreso il mastio e il portale. Il foro della cisterna è visibile nella sala <ex-Cecoslovacchia> soprastante la sala <ex-Marina>. Si apre nel pavimento dinanzi a una piccola nicchia <ad absidiola> di mattoni sui quali si notano tracce di fumo. La cisterna si trova vari metri più in basso nell'area del torrione Malipiero e fu usata dai veneziani per servire le casamatte inferiori.

continua>>>

 

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