a Trento
Ben
poco si sa di questa bella torre, affiancata al municipio,
vicino alla torre Anomima di via Belenzani, con la quale è
l'unica superstite dei molti fortilizi ( oggi in restauro 01
- 05 - 2004 )turriti che caratterizzavano il quartiere
antichissimo di S. Maria e la vicina via Belenzani.
L'edificio risale ai primi del Duecento o addirittura al
secolo precedente. Ha il basamento e l'affusto di fortissime
pietre bugnate. L'antico coronamento poco sopra la portina a
ghiera di cotto, laddove sono le tre successive cornici. Le
finestre quadrate e inferriate e quelle grandi incorniciate
di pietra, sono state aperte nel Settecento e nel secolo
scorso, allorchè la torre ospitò le prigioni civiche per
reati minori. L'attuale
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coronamento in laterizio con i merli a
conci di pietra candida che contrastano
pittorescamente con il ramo dei mattoni, è
recente< 1913 - 1914 >. In precedenza
verso il 1683 la torre che era già chiamata
< della Tromba >, fu abbassata di 12
piedi, privata della merlatura originaria e
coperta da un tetto a quattro spioventi. In
tale occasione vi fu costruita nella parte
meridionale un'aggiunta, poi demolita nel
1913, per la scala di servizio delle
carceri. In effetti, le porte delle stanze
degli ultimi piani < settimo - decimo
>, hanno i robusti chiavistelli
all'esterno, oggi in situazione aerea. Il
tratto del muro che sovrasto a sud il
cortiletto del vecchio municipio, è la
superstite traccia della costruzione esterna
che abbracciava da quel lato la torre.
L'antico assetto del Trecento è ravvisabile
nelle aperture a ghiera di cotto, ora
murate, dai prospetti est, nord e ovest
del tronco superiore dall'affusto. Vi si accede dal secondo |
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piano del < Municipio Vecchio >, ufficio tributi. Una
scala di cemento, opera dei lavori del 1913 - 1914, collega
< in verticale > i singoli piani. La parte inferiore
è invece accessibile dalla cosiddetta < sala della
Tromba >. Nelle stanze del quinto e sesto piano
affiorano, di sotto l'intonaco, graffiti a sanguigna. La
torre e la casa murata che vi è annessa, furono acquistate
dal comune di Trento nel 1481 per 370 Ducati da < lire
sei e mezza ciascuna >, dal banchiere Buonmartino. Nella
pianta prospettica, del Valvassore, dipinta nel 1562, la
torre emerge, altissima, dalle case vicine ed è detta <
Abbadia >. Solo nel 1836, il podestà di allora,
Benedetto Giovannelli, diede inizio ai lavori che avrebbero
conferito all'edificio le attuali forme architettoniche
neoclassiche.
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